La preoccupazione dei siriani ieri e' stata quella di alzarsi presto e cominciare a fare la fila davanti ai distributori di benzina e di gas, visto che di questi tempi il riscaldamento e' diventato un lusso, piu' che fare la fila davanti ai seggi.
A poco e' valso l'invito del primo ministro siriano Adel Safar che ripreso dai media siriani mentre si accingeva a votare aveva invitato tutti i siriani a recarsi ai seggi in quanto ha ricordato "queste elezioni municipali sono un'occasione di libertà e di democrazia senza nessuna interferenza da parte del regime".
A lui poi e' succeduto il ministro dell'Informazione, Adnan Mahmud che ha ricordato come "queste elezioni facessero parte del pacchetto di riforme che il governo stava da mesi promettendo e che sarebbero state seguite dalle elezioni legislative a Febbraio".
Mentre la tv di stato siriana continuava a trasmettere immagini e interviste di elettori sorridenti all'entrata e all'uscita dei seggi, ad Homs e Hama ancora una volta i cittadini dovevano proteggersi dai colpi di artiglieria dell'esercito che risuonavano tra i vicoli della citta' come se fossero fuochi d'artificio.
Secondo alcune testimonianze l'affluenza in queste "citta' rivoluzionarie" e' stata molto bassa, "non soltanto - spiega Maher, un attivista dei comitati di coordinamento locale - a causa dello sciopero che abbiamo indetto ma anche perche' molte persone hanno avuto paura ad uscire di casa visto che le strade non sono per niente sicure".
Accanto a questo c'e' anche chi dice che in effetti le elezioni municipali non hanno mai interessato molto i siriani, anche in periodi di pace, forse perché da anni ormai abituati ad una politica di corruzione.
In alcune città' e villaggi i comitati locali hanno aperto dei seggi fittizi con delle grandi scatole colorate invitando i cittadini a inviare un messaggio al Presidente Bashar al-Assad, scegliendoli tra una lista di dieci messaggi. "La maggior parte di loro - racconta in tarda serata Maher, "lo ha invitato a lasciare il potere".
Sono altre storie invece le testimonianze che arrivano da alcune periferie di Damasco dove nonostante Abu Ahmad avesse chiuso il suo negozio per aderire allo sciopero della dignita' le forze dell'ordine lo hanno costretto a riaprire per poi distruggere tutta la merce. Chi ripagherà Abu Ahmad?